Il Museo ha ricostruito, grazie a documenti d’archivio, la prima fornitura di farina, zucchero, sapone, sale e latte in scatola che gli Alleati mandarono già il 28 maggio 1944 “a titolo di donazione per la popolazione civile”.
Il dopoguerra sarà lungo e punteggiatoda fame e malattie fra cui la malaria, che tornò a colpire la popolazione a causa dell’allagamento delle zone di pianura dovuto agli eventi bellici. Nel corso della ricerca storica, condotta su documenti d’archivio, è emerso anche che Colle San Magno fu coinvolto in un’originale forma di mobilitazione che va sotto il nome di “scioperi a rovescio”: contadini e altre categorie di disoccupati si misero al lavoro per realizzare opere di pubblica utilità come strade, scuole, acquedotti, reti fognanti, lavori di arginatura dei corsi d’acqua e reclamarono così dallo Stato investimenti e lavoro attraverso l’utilizzo degli aiuti del “Piano Marshall” (detto anche ERP, European recovery program) varato dagli Usa nel 1948. Le prime esperienze si registrano nel 1951 in alcuni centri dei Monti Lepini, in provincia di Latina, ma il fenomeno si estende a numerose località del Cassinate (San Donato Val Comino, Amaseno, Sant’Elia Fiume Rapido, San Giovanni Incarico, Terelle, San Giorgio al Liri, Caira, Castrocielo).